Al giorno d’oggi si richiede sempre più la capacità
di sapersi difendere e di riuscire a riconoscere situazioni potenzialmente
pericolose. Fra bullismo e violenze sulle donne e soggetti più
deboli la sensazione di sentirsi sicuri se ne va sempre più
svanendo. V’è da dire però, a mio parere, che
un corso di difesa personale è meno utile dell’apprendimento
di un’arte marziale nel suo complesso. Tuttavia se il corso
viene fatto in maniera intensa e costante può dare dei risultati.
Il problema sta nel fatto che nel lento apprendimento di un sistema
di combattimento cinese si possono apprendere una serie di capacità
e abilità che possono rendere le proprie tecniche capaci
di adattarsi ad ogni situazione, ciò potrebbe non capitare
in un semplice corso di difesa personale, soprattutto se non viene
fatto realisticamente e professionalmente. Il vero obiettivo della
difesa personale, tra l’altro, non è solo quello di
dare delle tecniche e una logica di combattimento al fine di potersi
difendere, in effetti questo è l’ultimo dei problemi.
Infatti, nella maggior parte dei casi, per non dire tutti, il vero
problema dei ragazzi e delle ragazze che vogliono imparare a difendersi
è quello di volersi sentire più sicuri, e ciò
soprattutto in relazione alla propria insicurezza o incapacità
di fare prevalere la propria personalità su quella dell’aggressore.
V’è da dire, d’altronde, che se tale prevaricazione
caratteriale si sopprimesse a priori, con atteggiamenti altrettanto
forti, dettati non dalla cattiveria, ma dalla sicurezza che ognuno
dovrebbe avere in se stesso, l’aggressione non avrebbe modo
di svilupparsi. Dopo aver fatto questa premessa espongo quelli che
sono i cardini del nostro programma di difesa personale:
- imparare a colpire e potenziare i colpi d’attacco (se non
si è capaci di attaccare è inutile imparare a difendersi.
La difesa nasce come controllo di una situazione, ma se non si passa
prima la fase del combattimento non si può arrivare a difendere);
- imparare a trovare angoli e distanze per evitare gli attacchi
e porsi in una posizione d’attacco (solo con uno schema mentale
lucido e preciso ci si può muovere e difendere con logica:
la ripetizione continua di sequenze e l’allenamento con lo
sparring garantiranno alla logica di diventare istintiva);
- sparring (bisogna imparare a combattere e a capire quale può
essere l’effetto di un colpo ricevuto o l’effettiva
potenza dei propri colpi. Naturalmente lo sparring avrà una
sua progressione che, nel caso del corso di difesa personale, non
arriverà mai ad un full contact, ma sarà un gioco
divertente in cui abituarsi all’idea e al piacere di combattere,
dobbiamo ricordare che un pugno dato, anche per gioco, ad un marzialista
che lo interpreta magari come una pacca di saluto sulla spalla,
per una persona non abituata può essere un colpo vero e proprio,
ma ciò che cambia è solo la percezione del colpo,
per cui è un fattore psicologico e di disabitudine fisica);
- imparare tecniche di difesa (le tecniche non devono essere molte
in numero e devono essere di facile apprendimento. Le cose troppo
complesse e televisive nella realtà non funzionano);
- imparare tecniche per liberarsi da prese o bloccaggi e studio
di situazioni classiche da strada (spesso le situazioni che si vengono
a creare, a seconda del soggetto, assumo sempre le stesse forme
o almeno assumono forme più o meno classificabili che si
possono dare all’allievo come probabili e come punto di partenza);
- imparare a non pensare alle tecniche ma a crearsi, anche grazie
a quelle, una logica di combattimento, ma per essere logica si deve
avere un atteggiamento di calma e concentrazione. Questa caratteristica
la può avere un professionista o un picchiatore, e allora
come risolvere questo no grande, ma immenso problema? Bisogna lavorare
sul proprio ego e ritrovare nel proprio istinto no la cattiveria,
quella lasciamola ai delinquenti, ma l’aggressività
e lasciare, durante lo scontro, la pietà e la compassione
a casa. Bisogna imparare ad evitare, ma bisogna anche imparare che
quando qualcosa succede e non si può più evitare si
deve combattere per sopravvivere, si può essere bravi tecnici
o buoni combattenti sportivi, ma se ti trovi davanti una persona
che in testa ha il pensiero di ammazzarti, bisogna come minimo porsi
in testa il pensiero di rompergli il cranio a costo di doverlo fare
con i denti. Può sembrare duro, ma il problema è che
le persone sicure di se o cattive dentro hanno una freddezza che
è difficile da capire per le persone civili, per un ragazzo
che ha investito il suo tempo, e ha fatto bene!, sui libri, ma il
problema è che anche se ognuno di noi prova un senso di odio
verso la violenza e la non civiltà, purtroppo, viviamo spesso
nell’assenza delle Stato e all’ombra dell’omertà.
Detto ciò ripeto il concetto per cui imparare a difendersi,
imparare a combattere e ad essere aggressivi spesso significa imparare
ad evitare situazioni pericolose a priori. |